Nulla c'era, Dio volle, “Nulla” divenne qualche cosa;
“Nulla” conservò l'equilibrio e servì da sostegno.
Conte di Saint-Germain
Ciò che la scienza ci dice dei colori è che determinate frequenze luminose ci danno l’impressione di una certa tonalità visiva. Ma perché, a quella frequenza, corrisponde proprio quel determinato colore?
Fino ad ora “nessuno” lo sa…
Queste che di seguito riporto sono parole che ho scritto nella conclusione della Trilogia dell’IO SONO...
David Bohm, scienziato inglese contemporaneo e amico/discepolo di Krishnamurti, amava affermare che, nel profondo, la coscienza dell’umanità è UNA.
Bohm è colui che postulò i principi di ordine implicato e di ordine esplicato; egli definiva in quanto "ordine implicito o implicato" (nascosto), un livello di realtà più profondo, mentre definiva "ordine esplicito o esplicato" (manifesto) il comune livello di manifestazione. Ciò perché Bohm vedeva la manifestazione di ogni cosa dell'universo in quanto il risultato di un infinito celarsi e svelarsi, creare e dissolversi, dei due “ordini”.
Egli sostiene che le informazioni dell'intero universo sono contenute in ciascuna delle sue parti ed utilizza come base dimostrativa di ciò uno stupefacente principio fotografico, l'ologramma, il cui significato letterale è messaggio globale.
Al di là del concetto fisico, Bohm credeva che la nostra tendenza a suddividere il mondo in frammenti e ad ignorare l'unione di ogni cosa in un Tutto immortale ed infinito, fosse la causa di tutti i problemi dell'umanità.
Credere di curare un corpo malato attaccando solo un sintomo è un concetto che in medicina sta barcollando; oggi la visione olistica - la visione del Tutto - si sta facendo avanti così come si sta comprendendo che i problemi del mondo non potranno mai essere risolti senza una comprensione d'insieme dei vari fenomeni sociali.
Perché, quindi, a quella frequenza corrisponde quel determinato colore? Il motivo è che la nostra coscienza fa riferimento a una sorta di database, di archivio, in cui ci sono i parametri di riferimento che determinano che il mondo in cui viviamo sia quello che percepiamo. Noi vediamo il rosso alla frequenza di 430THz (terahertz), corrispondente alla lunghezza d'onda di 700 nm (nanometri), perché continuamente facciamo riferimento all’archivio in cui questa informazione è registrata.
In un suo sonetto, Saint-Germain disse, per l’appunto, Nulla c'era, Dio volle, “Nulla” divenne qualche cosa; “Nulla” conservò l'equilibrio e servì da sostegno. Questo sostegno è il database, il contenitore degli archetipi o leggi universali, per cui le cose sono così come sono.
Il lavoro di interrelazione tra l’ordine esplicato (universo fisico) e il luogo ove tutto è già codificato, l’ordine implicato (database), è ciò che esegue la coscienza ed è il risultato della percezione; la coscienza che abbiamo delle cose è ciò che noi definiamo REALTÀ.
Tutto ciò che nella nostra coscienza è collegato al database del Nulla (che fa da sostegno) è REALTA' , mentre tutto ciò che abbiamo nella nostra coscienza, ma che non è collegato al database, è IRREALTA'. In breve, la realtà è sinonimo di sanità mentale, l'irrealtà è sinonimo di follia.
Dobbiamo pensare a tre contenitori: SUBCONSCIO, CONSCIO e INCONSCIO; il subconscio possiamo vederlo come coscienza in aspettativa, qualcosa in condizione di essere espressa, con a capo un Punto Zero che è l'IO SONO. Questo livello è ciò che vuole entrare in manifestazione e che contiene le idee, quelle informazioni che, se vengono recepite dalla persona di cuore puro, determina una creazione "reale".
La creazione della realtà e la relativa percezione, è registrata nel detto contenitore del CONSCIO: questa è quella coscienza che, da potenziale (subconscio), è divenuta cosciente e questa è la realtà.
Infine abbiamo l'inconscio: in questo livello qualsiasi cosa può esistere solo se prima è stata presente nel CONSCIO. L'inconscio sono le realtà che abbiamo distorto e quindi è definibile anche come irrealtà. L'irrealtà è una conoscenza di Sè che prima avevamo in modo corretto e che dopo è divenuta alterata; quindi nell'inconscio non possiamo riconoscere noi stessi in quanto Sé.
Ma ti sei mai chiesto cosa significhi realtà? Questa parola ha a che vedere con i termini Re, Reale, Regalità: è reale tutto ciò che è rappresentazione del divino in quanto vuol dire che qualcosa che è nell’IO SONO viene espresso, realizzato, nell’universo fisico. Lo strumento di creazione è l’osservatore, il quale, se vede la cosa, diciamo dal corretto punto di vista, crea un duplicato perfetto di ciò che un'idea potenziale presente nell’IO SONO.
Ma se questa visione non è come prevista dall'idea IO SONO e osservata in modo tale da poter determinare un duplicato perfetto, la creazione non avviene e abbiamo non la realtà (in quanto collegata al divino), ma l’irrealtà. La stessa parola reale è anche sinonimo di "comprensione" corretta di una cosa; quando ad una persona non è reale un concetto, la persona è "assente", per cui la realtà ha anche a che vedere con la presenza.
Ora, ti sei mai chiesto cosa significa il termine diavolo? Significa l’altro punto di vista ed è il modo in cui l’IO decise che avrebbe potuto aver luogo l’esperienza dell’irrealtà. Il diavolo non è una persona, ma una modalità operativa necessaria per la completa esperienza dell’universo fisico: parliamo di scala emozionale e di frequenze.
Se un individuo è completamente collegato al proprio IO SONO, qualunque creazione sarà in armonia, risonante, con il Nulla che fa da sostengo e quindi sarà nella realtà più totale. L’emozione derivante da questa relazione è detta entusiasmo.
Osserva questa scala:
Il termine
entusiasmo significa
divinamente ispirato e ciò significa che l’individuo è totalmente immerso nella realtà, è sveglio ed è il Re del Regno in quanto vede le cose così come sono per cui non può esserne effetto, ma le controlla.
Fino a quando eri divinamente ispirato, non potevi sapere che gusto avessero la noia, l’ira, il rancore, tutte queste cose al di sotto di entusiasmo.
Quindi, pur di sapere, di fare l’esperienza di tutta la gamma delle frequenze emozionali, abbiamo perso la posizione di Re (=entusiasmo) ed il relativo essere divinamente ispirati, pur di sapere cosa c’era laggiù… nell’irrealtà.
Ora, questo è un passaggio importante: se la interrelazione tra universo fisico (frequenza) e database è diretta, abbiamo la realtà e vediamo il rosso a 430THz. Ma esiste una patologia del daltonismo che si chiama protanopia per la quale il daltonico non vede, appunto, il colore rosso: questa è irrealtà, cioè qualcosa che è in un modo, ma che viene vista in un altro.
Quindi l’irrealtà è un filtro che ci impedisce di vedere le cose così come sono, ma poiché abbiamo appena detto che il modo in cui vediamo le cose sono in relazione alla nostra coscienza, ecco che noi non abbiamo coscienza di noi stessi nella misura in cui non abbiamo la corretta visione della realtà. La corretta percezione del mondo è quindi in diretta relazione con il fatto che tu possa veramente dire IO SONO ME.
Un osservatore lavora in termini di ammirazione per mezzo della vista spirituale e, più precisamente, usa due sue componenti: l'attenzione e l'identità. L’attenzione apre lo spazio, mette lì la massa relativa all’idea IO SONO e determina la creazione e questo è per lui un flusso uscente; poi l’osservatore va lì dove ha determinato la creazione, la indossa (identità) e ne fa esperienza e riceve un’emozione e questo è per lui un flusso entrante (bloccarsi su questa fase determina l'aberrazione del 5 specchio esseno, come spiegato in IO SONO me ).
Nell’attività di un creatore, vi deve essere un ciclo di comunicazione che è il risultato bilanciato tra un FLUSSO USCENTE=ATTENZIONE=CREAZIONE e un FLUSSO ENTRANTE=ESPERIENZA=EMOZIONE.
Per quanto detto, è quindi chiaro che quando noi lavoriamo in termini di realtà abbiamo il rientro, in quanto bilanciamento, del 100% del FLUSSO USCENTE, mentre se lavoriamo in termini di “altro punto di vista” (diavolo),
noi non possiamo creare un duplicato perfetto dell’IDEA IO SONO e quindi non possiamo ottenere il 100% in termini di ritorno emozionale (realtà) e quindi abbiamo irrealtà.
Dov’è il problema? Non è un problema, è un dramma: per sentirci vivi abbiamo bisogno delle emozioni e quando non siamo creativi l’energia di rientro (del flusso entrante) la vampirizziamo dalle persone accanto a noi.
In IO SONO me si comprende chiaramente che un individuo disconnesso dal Sé deve ottenere energia sempre da altri individui; è per questo che si diventa affamati di energia, ma, non essendo la nostra, noi non stiamo creando alcun duplicato perfetto della nostra idea IO SONO, ma stiamo rivangando nel fango degli altri.
Questa fame di ammirazione è fame di essere se stessi. ll problema di base di questa fame di ammirazione è che questa energia è richiesta e vampirizzata solo se proviene da altre persone e non da animali, vegetali o cose.
Tuttavia si possono usare delle cose, il cagnolino di razza o la borsa trend, ma il terminale a cui si fa riferimento per l'ottenimento dell'energia, è sempre un'altra persona. Ne consegue che gli individui non sono interessati a ricevere ammirazione da qualsiasi rappresentante di qualsivoglia dinamica, a meno che non si tratti di altri individui. Nessuno mette i tacchi a spillo per ricevere ammirazione dalla pianta che troverà sotto casa e nessuno mette la cravatta di Marinella per farsi ammirare dalla sedia della cucina. La più importante forma di ammirazione è proprio quella che proviene da altri individui, non da animali o cose. In base a questa particolare richiesta di energia, gli antichi Esseni, una antica popolazione dell'area della Siria palestinese, scoprirono che tutte le relazioni umane potevano essere ricondotte a soli sette parametri, oggi conosciuti come i Sette Specchi Esseni delle relazioni umane. La necessità di ammirazione avviene quando c'é incapacità di creare e lì abbiamo persone addormentate quindi reattività emozionale; un esempio: se tu prendessi una persona a caso fra la folla avresti quasi il 100% di probabilità di trovare un individuo che pensa di essere un sacco di cose, che è identificato con una vasta serie di ruoli e che chiama tutto questo se stesso.
Potrebbe essere un pescatore figlio di un armatore o un automobilista che quando percorre in auto le vie piene di traffico ce l'ha con i pedoni che attraversano la strada senza guardare, mentre quando non usa la macchina è un pedone che se la prende con gli automobilisti che non si fermano mentre lui è in attesa di attraversare sulle strisce pedonali. Potrebbe essere un marito adorabile e padre affettuoso, un camperista, un italiano ecc.: tutte le parole sottolineate possono essere etichette con cui la persona potrebbe essere identificata e ritenersi tutte queste cose.
Un modo spiccio per capire se è identificata o meno è di fare un paio di commenti "offensivi"e dalla reazione capiresti subito come stanno le cose: basta che tu dica alla persona dell'esempio che i pescatori vendono pesce avariato, che gli automobilisti sono delle teste di c...o, che i pedoni sono automobilisti falliti, che i mariti sono tutti dei cornuti, che gli italiani sono tutti dei mafiosi e, se avrai un riscontro negativo, saprai in modo inequivocabile che la persona è identificata con la trappola.
Ebbene, tutti protesteranno in maniera veemente contro le vostre affermazioni: la personalità tende a difendere se stessa; quando si è offesi, si reagisce. Dove c'è reazione c'è qualcuno che dorme.
Ti può risultare facile non reagire quando ti prendi un pugno in bocca perché il tuo partner ti ha scoperto a letto con un altro: lì tendi ad incassare in silenzio per i sensi di colpa. Ma quando ci si sente vittime di un'ingiustizia, allora sì che è davvero difficile non reagire: la personalità si sente offesa!!! Essere nel giusto ci rende forti e attiva il nostro attacco: marcati da estrema intensità di emozioni e convinzioni e carichi di risentimento, diventiamo inclini a reagire violentemente contro chi ha commesso l'ingiustizia. Questo perché si è identificati nella personalità. È la personalità, "ferita ingiustamente" che subisce l'ingiustizia, non l'essere; quando ci si sveglia si smette di reagire.
Semplicemente si agisce per rimediare all'ingiustizia senza risentimento, né emozioni negative e ciò significa che l'individuo è sveglio.
Quindi la presenza è assenza di reazione: un essere è davvero libero quando è in grado di star di fronte a qualsiasi effetto senza subirlo se non lo desidera, per cui non viene risucchiato nelle turbolenze emozionali. Il libro IO SONO me può, grazie solo a te stesso, riabilitare la tua capacità di osservare in modo che tu possa prendere distanza dalle situazioni: senza distanza non può avvenire osservazione e lo spazio per osservare ti serve per cambiare le cose poiché senza distanza e osservazione non ci può essere creazione e quindi non puoi cambiare le cose; per questo si parla dei problemi che arrecano gli attaccamenti: gli attaccamenti alle cose producono assenza di spazio per creare e, quindi, reazione e addormentamento.
La tecnica dei 7 Specchi Esseni, che io chiamo più o meno impropriamente tecnologia per dare ad essa una valenza di grossa efficacia, quasi come fosse uno strumento materiale, e interamente descritta nel libro IO SONO me , è lo strumento principe per far cadere i veli, per far cadere quei filtri che occludono e distorcono la realtà. E tutto ciò puoi farlo da solo senza pagare nessuno. Molti lo stanno già facendo poiché lo stanno già USANDO!!!
Anche Saint-Germain alla fine del suo viaggio iniziatico, parla del senso del velo...
Le porte dell’immortalità mi furono aperte,
la nube che
VELA gli occhi dei mortali si dileguò,
IO VIDI
e gli spiriti che presiedono agli elementi
mi riconobbero come loro signore.
... i veli sono quei filtri che ti impediscono di vedere la realtà e quindi noi stessi e ci inchiodano all'inconscio: tu te ne puoi liberare! Puoi farlo! Puoi farlo subito! Senza Veli è tutta un'altra cosa.
Ti faccio un augurio: buona riscoperta di te con la tecnica dei 7 Specchi Esseni se deciderai di usarli.
Qui trovi il libro IO SONO me
di Arcangelo Miranda